Valutazione Rischio Chimico
La prima risorsa per una veloce valutazione dell’eventuale pericolosità di una sostanza o prodotto chimico è l’etichettatura, aggiornata dal Regolamento Europeo (CLP) in vigore dal 1 Giugno 2015, che attraverso 9 diversi pittogrammi di pericolo, specifica il rischio associato all’esposizione di agenti chimici.
La valutazione rischio chimico si suddivide in “valutazione preliminare” e “valutazione approfondita”.
La “valutazione preliminare” consiste in:
- Analisi mirata del ciclo produttivo ed identificazione degli agenti chimici pericolosi attraverso la consultazione delle schede di sicurezza dei prodotti e delle etichette presenti sui contenitori
- Calcolo delle quantità impiegate e delle condizioni d’uso di ogni singolo agente chimico
- Valutazione delle operazioni con rischio di esposizione: frequenza, durata, tipo di esposizione (inalatoria, cutanea)
- Stima quali-quantitativa dell’entità di esposizione
- Documentazione sui metodi di valutazione adottati
Se dalla valutazione il rischio è basso per la sicurezza ed irrilevante per la salute, il datore di lavoro può concludere l’indagine, fermo restando l’obbligo di adottare opportune misure di prevenzione e protezione.
In caso contrario si deve effettuare la “valutazione approfondita” che consiste in:
- Individuazione, programmazione ed attuazione di interventi specifici di prevenzioneI
- Eventuale misura quantitativa dell’esposizione (presenza di agentu chimici aerodispersi), effettuata dopo le operazioni di prevenzione
- Valutazione del rischio residuo e conseguenti provvedimenti in merito alla fornitura di DPI, alla sorveglianza sanitaria ed alle azioni da predisporre in merito alle possibili emergenze
- Documentazione sui metodi di valutazione adottati